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Il periodo critico

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Critica della ragion pura (1781): Kant si riferisce a Critica della ragion pura con l’intento di un’indagine rigorosa della capacità della ragione riguardo a tutte le conoscenze a cui la ragione umana può aspirare a prescindere dall’esperienza. La conoscenza derivante dall’esperienza viene chiamata a Posteriori, mentre quella indipendente dall’esperienza è chiamata a Priori, universale e necessaria. La Critica della ragion pura si divide in: Estetica trascendentale , la quale studia le forme pure della sensibilità, cioè Spazio e Tempo, che condizionano il modo di apparire a noi delle cose. Logica trascendentale , che   tratta dei concetti puri, o categorie dell’intelletto, la quale si divide a sua volta in Dialettica trascendentale e Analitica trascendentale. L’intelletto  è  la  facoltà  mediante la quale gli oggetti vengono ‘pensati’, ovvero le intuizioni sensibili vengono  elaborate, unificate, in concetti.   L’Analitica dei Concetti , in cui Kant si propone di ricercare tutte le

Immanuel Kant

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  La sua biografia Immanuel Kant nacque nel 1724 da una famiglia di origine scozzese a Königsberg, nella Prussia orientale. Trascorse una vita priva di avvenimenti rilevanti o drammatici, infatti dopo una prima formazione presso il Collegium Federicanum, proseguí nei suoi studi di filosofia, matematica e teologia presso la sua città natale e dopo essersi laureato, diviene precettore in alcune case private. Ottenne poi la libera docenza presso l’università di Königsberg e infine, fu professore ordinario di logica e fisica presso lo stesso istituto.   Dedito si suoi doveri accademici, egli dedicò la sua intera vita alla ricerca, perseguendo uno stile di vita morigerato e caratterizzato da rigide abitudini fino alla sua morte, nel 1804. Tuttavia due tappe fondamentali segnano la sua vita:  La prima fu la censura a cui fu sottoposto un suo scritto sulla religione, il quale lo portò a difendere strenuamente la libertà di pensiero fino a condurlo nella sua massima espressione con la rispost

David Hume

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  Il trattato sulla Natura umana David Hume intende elaborare una “scienza” della natura umana, ovvero, riproporre uno studio antropologico su base sperimentale . In questa sua intenzione è già evidente tutta la portata anti-metafisica ed empiristica del suo pensiero. Il filosofo concluderà con una forma di scetticismo nel quale le pretese conoscitive della natura umana risultano fortemente limitate.  Egli giunge a radicalizzare l’impostazione empirista di Locke , giungendo a sostenere che solo ciò che è testimoniato dalla percezione può essere assunto come criterio di verità. Hume divide dunque la percezione in due classi:  le impressioni, che costituiscono l’immediato rapporto con la realtà le idee o pensieri, che costituiscono una riproduzione pallida delle impressioni.  Non esistono idee che non siano il risultato di impressioni. Critica alla idee generali L’empirismo di Hume è, come precedentemente detto, radicale. Ciò lo porta ad escludere l’esistenza di idee astratte o

John Locke

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La sua biografia John Locke nacque a Wrington nel 1632, studiò all’Università di Oxford, dove poi vi rimase in qualità di professore di greco e di retorica. Condusse la sua vita in uno dei periodi più difficili della storia inglese, assistendo alle rivoluzioni che portarono al termine della monarchia assoluta e all’’instaurazione di una monarchia parlamentare.  Tali eventi portarono Locke ad interessarsi, sin da subito, alla politica, comportandogli diversi problemi, e alla filosofia. Al suo ritorno dai quattro anni trascorsi in Francia ed essersi recato, volontariamente, in esilio in Olanda, Locke divenne un ardito sostenitore della “gloriosa rivoluzione”, ricevendo così fama e onore, poiché impersonava perfettamente l’intellettuale del nuovo sistema politico inglese. In tale clima, egli potè dedicarsi pienamente alla sua attività filosofica, componendo le sue principali opere. Il filosofo morì nel 1704 nel castello di Oates. L’Empirismo Locke è riconosciuto come il padre dell’

Leibniz

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Gottfried Wilhelm von Leibniz nasce nel 1646, a Lipsia, e si laurea in filosofia e giurisprudenza presso le università di Jena e Altdorf. Dopo la sua laurea, egli si avvia alla carriera diplomatica,  coltivando nel frattempo interessi di filosofia naturalistica.  Egli, dal 1668 al 1671, lavora come consigliere del principe elettore di Magonza, dove si dedica a testi di tipo giuridico e politico, nonché alle sue prime opere.  Recatosi a Parigi per una missione diplomatica, entra in contatto con l’ambiente culturale della città francese, approfondendo in particolare la propria conoscenza della filosofia cartesiana, della matematica e del pensiero di Blasé Pascal . Viene infine accolto nella prestigiosa Royal Society inglese.  Negli anni seguenti, Leibniz si impegnerà in un utopico progetto per la pace religiosa in Germania e per l’unità dei principi tedeschi. Gotthold Wilhelm Leibniz muore nel 1716 ad Hannover. Mondo, idee e sostanza individuale  Leibniz nel suo Discorso di metafisica

Thomas Hobbes

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Lo stato assoluto Thomas Hobbes è una figura ancora oggi significativa per la sua radicalità delle posizioni teoriche. Visse in uno dei periodi più instabili e sanguinosi della storia inglese, fu un assertore convinto dell’ assolutismo regio, la concezione secondo cui al re spetta, per diritto divino, il potere assoluto.  Tale potere è interpretato come l’unica protezione contro un inevitabile disordine a cui la società andrebbe incontro senza un governo monarchico che assommi in sé tutte le prerogative del dominio.  Hobbes compie in prima persona l’esperienza dell’individualismo e dell’aggressività di cui è capace l’animo umano, descrivendola nelle pagine delle sue opere, in cui dichiara di essere “fratello gemello della paura”. Durante la sua vita, infatti, egli assiste ai fatti drammatici che colpiscono il suo paese, come lo scontro tra il parlamento e il sovrano, da cui fugge per il timore che le sue idee filo-monarchiche potessero suscitare dure reazioni nei sostenitori del parl

Cartesio

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La ricerca del fondamento del sapere Cartesio, nome italianizzato di Renè Descartes, visse in un’epoca caratterizzata dalla crisi del pensiero tradizionale e dall’apertura di nuovi orizzonti teorici, è considerato il padre della filosofia moderna proprio per aver posto tale sapere tradizionale e per aver spostato il fulcro della ricerca filosofica sul soggetto e sulla sua razionalità. Egli pone al vertice delle sue preoccupazioni lo scoprire le reali possibilità della ragione umana, interrogandosi sui meccanismi di funzionamento della conoscenza umana.  Cartesio inizia il proprio percorso di ricerca accogliendo la sfida dello scetticismo, mettendo in dubbio l’intero sistema delle conoscenze, la quale lo porta ad un insoddisfazione data dall’assenza di un metodo sicuro e affidabile capace di guidare il cammino della conoscenza e di porsi a confronto con le conquiste ottenute dalla rivoluzione scientifica. Il suo dubbio non è dunque fine a se stesso, ma rappresenta il tentativo di el